Chiesa di S. Maria del Rosario
La chiesa svetta con la sua suggestiva cupola sul colle di Monte Mario, lungo la via Trionfale. L’edificio primitivo si deve all’umanista romano G.V. Rossi, segretario del Cardinale Andrea Peretti, che aveva preso dimora a Monte Mario per dedicarsi ai suoi studi. Mosso a compassione per la condizione degli abitanti del luogo, privi di un’assistenza spirituale ed afflitti dalla malaria, lo studioso fece erigere una cappella dedicata alla Madonna del Rosario e della Febbre. Alla sua morte (1647), per volontà testamentaria, l’edificio fu lasciato ai Padri Gerolamini per fondarvi una comunità religiosa; la nuova chiesa fu progettata da Camillo Arcucci (1651), allievo del Borromini, e la sua costruzione si protrasse a lungo. Fu completata da Filippo Raguzzini (1724- 1726) su incarico della Congregazione Domenicana di S. Marco a Firenze, che dal 1710, per volontà di Clemente XI, ebbe assegnato l’oratorio. Nel 1798 la chiesa fu danneggiata dalle truppe francesi che si erano accampate nella vicina villa Mellini; restaurata nel 1828 per essere elevata a rango di Parrocchia, perdette successivamente l’ufficio (1904) a favore della nuova e più grande chiesa costruita in Prati. Dal 1931 è passata in assegnazione alle Suore Domenicane di clausura dei SS. Domenico e Sisto a Magnanapoli, trasferitesi nel convento adiacente la chiesa, ampliato e restaurato.
Le suore vi portarono un’icona bizantina della Vergine (VII sec.) detta “Madonna di S. Luca”, in quanto la tradizione vuole sia stata dipinta miracolosamente dal Santo. Si tratta della più antica delle immagini della Madonna attribuite a S. Luca a Roma, anche rispetto alle icone bizantine di S. Maria in Trastevere, del Pantheon e di S. Francesca Romana. La tavola probabilmente fu portata a Roma da Costantinopoli nel IX sec. da alcune monache greche, per salvarla dalla furia iconoclasta. Fu conservata nel Monastero di S. Sisto Vecchio all’Appia sino al 1575, quando le monache domenicane dovettero trasferirsi presso SS. Domenico e Sisto a Magnanapoli (Quirinale). Attualmente l’icona è collocata nel presbiterio della chiesa; una copia dell’immagine guarda verso i fedeli, mentre l’originale è rivolto verso il coro delle monache e viene mostrata solo su richiesta. Alla chiesa si accede da una scalinata a doppia rampa realizzata nel 1838. La facciata è sovrastata da una cupola rivestita in piombo sormontata da una pesante lanterna ed affiancata da un piccolo campanile. All’interno sono quattro cappelle decorate con stucchi. Tra i dipinti di rilievo: la Madonna con Bambino, opera di Antoniazzo da Romano (XV sec.), San Domenico e Santa Caterina da Siena di Michelangelo Cerruti (XVII sec.), il Transito di S. Giuseppe di Biagio Puccini (1710). Nel 1911 sul fronte della rampa d’ingresso alla chiesa è stata apposta una lapide in ricordo del soggiorno (1863-1868) del celebre musicista ungherese Franz Listz che qui compose alcune delle sue opere: Christus, Santa Elisabetta, San Francesco predica agli uccelli.
Alessandra Reggi (tratto da Atlante dei Beni Culturali delle Aree Naturali Protette di RomaNatura)