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La bonifica di Aguzzano

Gli interventi di bonifica, avviati dal nascente Stato italiano a partire dall’Unità, riguardarono anche l’area corrispondente all’attuale Parco Regionale Urbano di Aguzzano, compresa tra la via Nomentana, il Grande Raccordo Anulare, la via Tiburtina e il fiume Aniene. Qui, come nella maggior parte dei latifondi dell’Agro Romano, le leggi del 1878 e 1883 incontrarono una forte resistenza da parte dei proprietari, in questo caso il principe Aldobrandini, che non vedevano alcuna convenienza economica nell’introduzione di migliorie in appezzamenti che rendevano comunque, anche senza alcun intervento. Soltanto grazie alla concessione di mutui, facilitazioni e aiuti finanziari previsti dalla legge del 1903 partirono i lavori di bonifica che, ad Aguzzano, ebbero un impulso nel 1910 grazie alla legge che consentiva, ancora una volta con speciali agevolazioni, la costituzione di “borgate rurali”. Si cercava di raggiungere così il principale scopo della bonifica, la trasformazione fondiaria delle tenute, che avrebbe cambiato la mentalità dei proprietari terrieri dando alla tradizione pastorizia un’impronta più produttiva, attraverso l’uso di macchine per dissodare i terreni e lo sfruttamento delle risorse idriche per produrre energia elettrica e attingere l’acqua per uso potabile e di irrigazione. AGUZZANO 001Un ruolo rilevante ebbero società ed enti costituiti allo scopo di bonifica e colonizzazione, sostenuti dalla legge del 1919. Nella zona di Rebibbia, proprio in quest’anno, troviamo per la prima volta la Società Anonima Laziale Bonifiche Agrarie (S.A.L.B.A.), la stessa società che dieci anni dopo, in seguito all’attività legislativa degli anni ‘23-’33 riguardante la bonifica integrale, realizzerà gran parte degli interventi e fabbricati tutt’oggi visibili ad Aguzzano. Qui venne destinata ad accogliere le abitazioni dei proprietari terrieri e dei coloni la zona della tenuta agricola collocata su un’altura; i quattro casali rurali presenti furono edificati in fasi diverse. Il Casale Nuovo, denominato anche il “vascone”, su via G. Mazza, fu edificato negli anni ‘20 del ‘900; è detto “nuovo” perché risale ad una fase successiva alla costruzione del Casale degli anni ‘70 del secolo precedente, posto lungo l’asse della via Nomentana. Alle spalle del Casale Nuovo si trova l’edificio Casale A.L.B.A. 1, detto anche “Padre Nostro”, con annessa chiesa rurale. Anche ad Aguzzano, come previsto dalla normativa e come si riscontra in molte altre zone bonificate, i casali erano e sono tutt’ora collegati da filari di alberi di alto fusto,compresi gli altri due fabbricati. Il Casale A.L.B.A. 2, un antico fienile con stalle, è attualmente in corso di restauro; mentre il Casale A.L.B.A. 3, che comprendeva la Vaccheria, la Stalla dei tori e il Fienile, è stato restaurato nel 2002 ed è oggi sede del Centro di Cultura Ecologica. Il Parco Regionale Urbano Aguzzano è stato istituito l’8 agosto del 1989, a seguito di lunghe battaglie condotte dai comitati di quartiere e dalle associazioni ambientaliste per impedire l’edificazione della zona. Esso resta testimonianza della trasformazione della Campagna Romana,conservando aspetti caratteristici del tradizionale paesaggio dell’Agro Romano, e quel che resta dei fabbricati realizzati durante le bonifiche è stato quasi del tutto recuperato dando vita a centri di aggregazione e promozione culturale per la riqualificazione di questa zona periferica della città.

Emilia Cento (tratto da Atlante dei Beni Culturali delle Aree Naturali Protette di RomaNatura)