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Il Borghetto dei Pescatori

Alla fine del XIX secolo un gruppo di pescatori di origine napoletana si insediò a ridosso del Canale di Castel Fusano, costruito in età romana (356 a.C.) per drenare il terreno paludoso ed ottimizzare lo sfruttamento delle saline litoranee. Questi pionieri, ai quali successivamente si aggiunsero altre comunità provenienti da Anzio, Minturno e dalle coste pugliesi, costruirono il primo nucleo di un villaggio di rudimentali casupole in legno poggiate sulla sabbia. Sotto l’Amministrazione del Governatorato Ostia, divenne parte di un ampio progetto urbanistico mirato ad accentuare lo sviluppo di Roma verso il mare. Un’attenzione particolare fu volta verso il tratto del lido compreso tra Ostia e Castel Fusano. Qui furono realizzate una serie di infrastrutture che permisero il miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita delle comunità di pescatori. Il villaggio primitivo fu sostituito da un piccolo borgo (ufficialmente inaugurato il 4 aprile del 1933) caratterizzato da un agglomerato di case basse costruite attorno ad una piazzetta centrale, dove fu posta anche una deliziosa chiesetta dedicata a S. Nicola di Bari, protettore dei pescatori. Di fronte al borghetto, successivamente fu costruita una darsena per l’attracco delle barche da pesca e da diporto. Sul finire degli anni ‘30, nell’ambito delle attività di manutenzione legate alle opere di bonifica, l’Ufficio Speciale per il Tevere e l’Agro Romano del Corpo Reale del Genio Civile sollevò la necessità di far sorgere, immediatamente a monte della darsena, un “fabbricato ad uso magazzino di bonifica con annesso alloggio per il personale di custodia dei convogli effossori”. Casa del mare + barche 3 6.12.12 Archivio RN- Cinzia FornizIl progetto, presentato nel 1937 dall’Ing. Buongiorno del Genio Civile, fu autorizzato nell’ottobre del 1938 dal Ministero per l’Agricoltura e le Foreste, per un importo di L. 100.000; i tempi presunti per la realizzazione dell’edificio furono stimati in quattro mesi, e il numero medio giornaliero di operai utili in dodici. Il fabbricato era composto da un ambiente adibito a magazzino per il deposito dei carburanti, un’officina per le riparazioni dei natanti ed un alloggio per il guardiano. La costruzione prevedeva fondazioni di muratura a sacco, murature perimetrali in mattoni ed una terrazza in cemento armato poggiante su pilastri come copertura. Il linguaggio architettonico, nell’impianto planimetrico e nei volumi che chiaramente richiamano la struttura di una nave (con gli oblò, la balaustra), si inseriva nella matrice futurista e funzionalista che caratterizzò l’architettura degli anni Venti e Trenta in Italia. In questo contesto culturale Ostia ha rappresentato un vero e proprio laboratorio di sperimentazione per molti architetti affermati ed emergenti. Il borgo dei Pescatori oggi è un luogo magico abitato dai discendenti dei primi abitanti del villaggio che proseguono le antiche tradizioni marinare del litorale. Mentre il fabbricato della darsena, recentemente restaurato da RomaNatura, grazie al finanziamento del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, è destinato a “Casa del Mare” dell’Area Marina Protetta delle Secche di Tor Paterno.

Alessandra Reggi (tratto da Atlante dei Beni Culturali delle Aree Naturali Protette di RomaNatura)